Difetti dello smalto e celiachia: una review sistematica
Ulteriori conferme supportano la correlazione tra celiachia e difetti dello smalto dentale. Alla già ampia letteratura su questo fenomeno si aggiunge una recente review sistematica realizzata da autori italiani in collaborazione con l’Università di Medicina e Odontoiatria di Birmingham.
La review ha tenuto in considerazione più di 150 pubblicazioni e attraverso un’analisi sistematica basata sul metodo PRISMA, ha verificato l’effettivo rapporto di causa effetto tra la presenza di difetti nello smalto dentale e compresenza di malattia celiaca, soffermandosi, oltre che sull’aspetto epidemiologico anche sui meccanismi fisiopatologici alla base di questo fenomeno.
I dati epidemiologici
I numeri, in questo caso, parlano chiaro, poiché tra i pazienti celiaci identificati negli studi si è riscontrata una prevalenza di difetti dello smalto dentale tra il 50 e il 94%, in percentuale variabile in base al criterio di classificazione identificato.
Il meccanismo fisiopatologico
Il collegamento stretto tra queste due condizioni, apparentemente distanti, viene identificato nei problemi di assorbimento dei nutrienti a livello intestinale, e in particolare duodenale, a cui si assiste nei soggetti celiaci. Sarebbe proprio lo scarso assorbimento di calcio a portare ad una ipomineralizzazione dello smalto, importante soprattutto nei primi anni di vita.
Un’ulteriore opportunità diagnostica?
Data la possibile relazione di codipendenza delle due situazioni patologiche il riconoscimento precoce da parte del dentista di difetti nello smalto può far venire il sospetto diagnostico di celiachia. Per questo gli autori sottolineano come la collaborazione tra dentisti e gastroenterologi sia essenziale per un monitoraggio e una gestione efficaci.
Inchingolo, A. D., Dipalma, G., Viapiano, F., Netti, A., Ferrara, I., Ciocia, A. M., Mancini, A., Di Venere, D., Palermo, A., Inchingolo, A. M., & Inchingolo, F. (2024). Celiac Disease-Related Enamel Defects: A Systematic Review. Journal of clinical medicine, 13(5), 1382. https://doi.org/10.3390/jcm13051382